mercoledì 1 febbraio 2023

I due principali gruppi sociali 


Gli stili educativi


Gli stili educativi sono i modi diversi che adottano le famiglie per educare i figli. Esistono quattro tipi di stili educativi e ognuno di esso incidono sul carattere dei figli.


•  Lo stile autoritario, è rappresentato da genitori che esigono obbiedenza e sottomissione da parte dei figli senza cercare il dialogo. Vogliono che il figlio sia perfetto o semplicemente essere dominatori, punitivi e freddi. Nel primo caso generano al figlio ansia di prestazione e bassa autostima, invece nel secondo caso paura, debolezza e la ricerca di approvazione.


• Lo stile permessivo, evita i divieti, non assegna regole e accetta gli impulsi e i desideri. I genitori pensano di proteggere i figli dalle difficoltà e i dispiaceri, mentre non danno nessuno riferimento e producono nei figli disorientamento e insoddisfazione. Il soggetto genera un sentimento di debolezza, insicurezza, superficialità e onnipotenza interiore. 


• Poi il terzo stile definito incoerente, è caratterizzato da intenzioni instabili che possono essere autoritari o liberali. Spesso lo stile incoerente è influenzato dalla presenza di ruoli educativi diversi tra madre e padre. 


• Infine lo stile autorevole si basa sul dialogo e il riconoscimento dell'opinione del figlio ma allo stesso tempo con regole. In una famiglia autorevole si cerca un buon equilibrio tra genitori e figli. Questi soggetti hanno una personalità più fiduciosa e autonoma. 



La mia fortuna di non avere figli


Questo testo parla di un uomo che parla di come sia fortunato di non essere padre perchè è consapevole di non essere abbastanza bravo per esserlo, perché è troppo concentrato sul suo lavoro da giornalista e non avrebbe tempo. Ma se avesse avuto il tempo di crescere gli darebbe un'educazione in cui gli diffonderebbe il rispetto dei valori nei quali lui stesso è stato allevato. Però ci sono due possibilità, se ce l'avesse fatta avrebbe fatto di suo figlio uno spostato perchè i valori nei quali è cresciuto lui sono ormai fuori corsi. Ma se non ce l'avesse fatta e in tal caso suo figlio sarebbe diventato un estraneo, un nemico. In conclusione secondo lui, i nostri figli non sono nostri, ma sono figli del tempo in cui gli capita di dover venire al mondo e di dover vivere. Ecco perché si ritiene fortunato di non avere figli.


La scoperta dell'infanzia 

Nel Medioevo i bambini andavano a confondersi con gli adulti appena erano ritenuti capaci di fare a meno delle nutrici, a sette anni circa. Dal momento in cui entravano la comunità lavorando.

La famiglia esercitava una funzione: Assicurava una trasmissione della vita, dei beni, dei nomi, non penetrando così nelle sensibilità. 

Il grande avvenimento si ebbe all'inizio dei tempi moderni, quando gli ordini religiosi fondati allora come Gesuiti o Oratoriani diventavano ordini di insegnanti, il loro insegnamento non si rivolge più agli adulti, ma è riservato ai bambini e i giovani. È stata questa propaganda a insegnare ai genitori che essi avevano cura di anime. 

Si ricononosce quindi che ormai il bambino non è maturo per la vita e che prima di lasciarli raggiungere gli adulti bisogna sottoporlo ad una sorta di regime speciale.

La nuova preoccupazione del compito educativo si insiderà mano a mano nella società trasformandola da cima a fondo.

La morale dell'epoca impone che bisogna dare a tutti i figli che vivono una preparazione alla vita.




Costruire i legami: l'amicizia 

Nell'amicizia una persona può sviluppare i propri gusti, mostrare le proprie debolezze e preoccupazioni, al di là dello sforzo di apparire simile agli altri. È un rapporto paritario tra persone che condividono esperienze e interessi comuni formando una relazione reciproca di fiducia. Quindi gli amici imparano a parlare di di se stessi a condividere problemi o dare consigli all'altro.


L'idea di amicizia evolve nel corso della vita.

Ogni età da una differente definizione di essa.


• Nei bambini L'amicizia nasce come Unione in attività in comune già all'età di 4/5 anni si parla di migliore amico, il compagno con cui si gioca di più.



• Nelle fasi successive il legame si focalizza più solo sull'attività ma sul tempo trascorso insieme. Già a partire dalla giovinezza c'è una differenza tra maschi nell'amicizia. Nelle femmine c'è molta ansia e preoccupazioni di essere rifiutate. Si dà molto importanza alla fiducia sull'intimità e sul rapporto reciproco. Nei maschi invece l'amicizia consiste in gruppi di compagni nei quali si trascorre tempo insieme e ci si impegna in attività comuni.


• Dopo i 15-16 anni la maturità tra maschi e femmine permette di sviluppare le amicizie personali, cioè non legate al gruppo ad approfondire la dimensione emotiva. Questo significa scambiarsi confidenza, ansia, discutere di problemi eccetera.

NOI E GLI ALTRI


L'AMICIZIA


 

l’amicizia è un libro scritto da Francesco Alberoni nel 1986, parla del fatto che nel mondo contemporaneo non esiste più l’amicizia perché siamo tutti presi dal mercato e dall’utile economico, la politica della competizione per il potere e abbiamo poco spazio per dedicarsi a rapporti personali sinceri.

Quando qualcuno si trasferisce di solito perde anche i suoi vecchi amici, promettendosi di rivedersi ma non succede mai. In italia l’amicizia è diventata un mezzo di raccomandazione ad esempio per avere una casa in affitto o un lavoro, ci affidiamo a delle amicizie raccomandate che ormai sono fondamentali. Secondo alcuni l’amicizia negli anni perde importanza, altri invece pensano che l’amicizia possa sopravvivere ma con intimità e senza alcuna contaminazione con gli affari. 

ci sono vari significati di amicizia tra cui:

IL PRIMO: i conoscenti. Sono persone di cui sappiamo i problemi, che cosa pensano, ci rivolgiamo a loro per aiuto e li aiutiamo volentieri,  abbiamo con loro buoni rapporti però non abbiamo una profonda confidenza cioè non raccontiamo le nostre ansie più segrete. molto spesso vedendoli non ci sentiamo felici e non ci viene spontaneo di sorridere, se hanno successo o ricevono dei premi non ci sentiamo felici come se fosse successo a noi in molte amicizie di questo tipo può capitare invidia, maldicenza e antagonismo

IL SECONDO: solidarietà collettiva, in questo secondo senso non ci sono rapporti personali, ma legami collettivi come ad esempio in una guerra sono amici solo perché hanno la stessa divisa ma non sanno nulla dell’altro

IL TERZO: relazioni di ruolo, queste relazioni sono basate sull “amicizia utile”, come ad esempio colleghi di lavoro e  vicini di casa, questa amicizia dura solo fin quando serve

IL QUARTO: simpatia e amichevolezza, e questa categoria è costituita da relazioni con cui ci troviamo bene, come ad esempio  persone che ci sono simpatiche e che ammiriamo ma anche in questo caso  spesso si tratta di stati emotivi superficiali



LA SOLITUDINE

la solitudine non è necessariamente un’esperienza negativa

Tutti hanno vissuto la solitudine, in modi e intensità diverse. Talvolta stare senza contatto con gli altri può essere piacevole soprattutto se è per nostra scelta e se possiamo tornare in contatto con gli altri.


Si può essere distanti dagli altri fisicamente oppure emotivamente

Non serve essere fisicamente isolati dagli altri per sentirsi soli: anche in un luogo dove entriamo in contatto con molte persone possiamo sentirci soli, perché siamo incapaci di entrare in relazione con gli altri. Frequentemente le persone che ne soffrono sono in una condizione economica e sociale svantaggiata ma anche una persona che gode di stima e successo può sentirsi sola, come è successo ad alcuni VIP.


La solitudine nell’adolescenza 

Nei giovani la situazione di solitudine è causata dalla difficoltà di comunicazione con i genitori e dalla scarsa accettazione da parte dei compagni e degli amici. 

La situazione peggiora quando si decide di reagire chiudendosi ancora di più. L’adolescenza, infatti, è l’età in cui le relazioni con gli altri sono frequenti, ma anche l’età dove la sensazione di solitudine è intensa. 

Le femmine sono più sensibili alla solitudine è l’affrontano attraverso la confidenza e il contatto con le amiche. 

I maschi sono più sensibili all’isolamento dal gruppo di coetanei e l’affrontano partecipando ad attività comuni.



IL BULLISMO

abbiamo visto che il conformarsi a regole e a comportamenti, in un gruppo, è fenomeno del tutto normale e anche fondamentale in ambito di tipo sociale.


le dinamiche di gruppo determinano conseguenze negative


il bullismo e il fenomeno in cui una persona viene scelta per essere maltrattata, umiliata e terrorizzata da una o più persone. 

questo nel particolare accade in gruppi giovanili e nelle scuole.

in altri contesti il bullismo viene nominato diversamente per esempio : nelle caserme si chiama nonnismo, viene solitamente scelta una persona in uno stato di svantaggio 


nel bullismo entrano delle dinamiche di gruppo: la vittima è il carnefice sono i protagonisti e poi c’è il pubblico che solitamente sostiene il carnefice silenziosamente


 

Noi e gli altri


Il mobbing 

Il mobbing indica un fenomeno di bullismo tra adulti nel mondo del lavoro.


Una persona diventa la vittima di uno o più colleghi e per ogni minimo pretesto viene sfruttata per rimproverarla e isolarla.


A differenza del bullismo tra giovani, la violenza nel mobbing  è spesso sottile; la vittima viene di solito perchè è più indifesa o perchè è nuova nel gruppo di lavoro.


Per esempio trasformando la vittima in “caso problematico” considerandola una persona associale è incapace di integrarsi 


Le conseguenze possono essere gravi determinando assenza o addirittura allontanamento definitivo dal lavoro fino a casi estremi di suicidio.






Le molestie morali


Le molestie morali sono l’insieme di atteggiamenti che intercorrono tra due individui e che causano un danno psicologico profondo a uno dei soggetti implicati nella relazione. 


La famiglia e il luogo di lavoro sono i principali spazi relazionali in cui avviene questo tipo di violenza. In questo genere di relazione abbiamo un aggressore e un aggredito: lo scopo di chi esercita la violenza è combattere l’identità dell’altro e privarlo di ogni individualità. 


Comportamenti di questo tipo possono portare l’individuo dalla sofferenza morale fino alla vera e propria malattia mentale che, nelle forme depressive e di disistima più gravi, a volte implica comportamenti autodistruttivi.





La violenza domestica 

-quanto i comportamenti molesti si esprimono in famiglia si parla di violenza domestica.


-non si manifesta solo fisicamente per cui spesso è difficile accorgersene.


-l’aggressore utilizza forme di manipolazione psicologica.


-la teoria psicoanalitica dice che nascono da personalità segnate da patologie classificate nell’ambito delle previsioni affettive.


-mentre invece i sociologi pensano che sia una progressiva trasformazione dei rapporti sociali oppure per la crisi dei ruoli familiari.





Lo stalking 

Lo stalking è un comportamento persecutorio che persiste nel tempo, letteralmente significa “seguire di soppiatto”. L’articolo di legge che lo prevede e lo punisce è il 612- bis del codice penale. Un criterio fondamentale per identificare questo reato consiste nei comportamenti continuati e persecutori da parte dello Stalker che causano uno stato d’ansia nella vittima. Secondo i dati dell’Istat quasi 3,5 milioni di donne in Italia hanno subito stalking, circa la metà da parte dell’ex. La legge interviene anche per la “persecuzione elettronica”,quindi nelle chat e sui social dove è facile riscontrare questo reato.





Il senso del pudore

Cos’è?  

È un senso di vergogna e disagio nei confronti di parole, allusioni, atti e comportamenti riguardanti la sfera sessuale.


La società in cui viviamo incoraggia l’esibizione del corpo, perciò è quasi norma assistere al racconto pubblico di esperienze intime. Il corpo sembra diventare una merce, quindi come tale viene comprato, giudicato e fruito.


Il senso del pudore ha anche un aspetto relazionale che riguarda il senso di rispetto della sensibilità altrui. Culture e religioni diverse hanno rappresentazioni diverse del corpo e della sua visibilità, ma questo non significa che si debba accettare passivamente ogni tendenza o moda senza riflettere sulle conseguenze .

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